Sono Fabrizio Pieri e quando ho studiato Architettura, nella prima metà degli anni 80, non si insegnava ancora il CAD (Computer Aided Design), cioè la progettazione assistita dal personal computer.
L’ho imparato dopo, lavorando in uno studio professionale, ed è stato amore a prima vista.
All’inizio c’era solo AutoCAD, non c’erano altri programmi, ed io ho iniziato ad usarlo quando ancora girava su MS-DOS, ancora prima di Windows, un’altra era.
Con il mouse o con altri dispositivi di puntamento (all’epoca si usavano anche le tavolette grafiche) si disegnava, ma i comandi venivano dati da tastiera.
Poi con Windows hanno avuto la meglio, prima i menù testuali a tendina e poi le toolbars, fino alle barre multifunzione attuali e a tutte le diavolerie che adesso compongono un’interfaccia.
La conoscenza dei comandi da tastiera risulta però ancora preziosa e ancora distingue gli utenti meno navigati da quelli che conoscono più a fondo il linguaggio universale di AutoCAD, o dei software CAD che poi l’hanno imitato.
Sì, perché ormai da qualche anno non c’è più solo AutoCAD e questo blog è nato per parlare di questo, delle nuove possibilità che si sono aperte.
Il titolo di questo blog si compone di due parole:
OIKOS, parola che in greco antico significa “casa”, intesa sia come edificio e ambiente, sia come unità di base della società, come elemento di costruzione della Polis.
Il termine ha una sua fisicità, si riferisce ad un luogo, ma allo stesso tempo richiama una relazione. Esprime un concetto di “progettualità”, che va dal singolo oggetto al territorio, stabilendo rapporti.
Rappresenta bene il campo sterminato dove si muove il CAD, cioè la rappresentazione e la costruzione del mondo.
Ancora prima c’è OPEN, parola inglese che significa “aperto”, come il codice aperto (open source), che sta all’origine della programmazione informatica e poi del free software, che ancora costituisce una fetta consistente di questa realtà.
Ci sono programmi open source – si pensi a QGIS o a Blender, tanto per rimanere vicino a noi, o anche a WordPress, con cui questo sito è realizzato – che sono progetti fantastici, al limite del miracoloso, con ampie e ben organizzate community di sviluppatori e di utenti.
Sul CAD l’open source ha prodotto meno. I risultati sono minimi (LibreCAD) o promettenti ma poco maturi (FreeCAD).
C’è stato però un altro fenomeno che ha contrastato lo strapotere di Autodesk.
È stata creata un’organizzazione no profit, l’Open Design Alliance (ritorna il termine “open”), che ha messo a disposizione dei propri associati una piattaforma di sviluppo per applicazioni CAD, utilizzando formati compatibili con quelli di AutoCAD.
Ciò ha messo in discussione il monopolio assoluto di Autodesk su questo mercato, aprendolo ad altri protagonisti e sono nati altri CAD, che ad un prezzo minore oggi possono essere una valida alternativa.
Poi ci sono i programmi “confinanti” con il CAD, che sono altrettanto utili strumenti.
Sono spesso complementari ma possono anche aprire altri mondi di uguale fascino.
Mi riferisco al GIS, alla grafica, vettoriale e raster, alla modellazione e al rendering, e a tutti quei software e quei tools che completano, spesso in modo non secondario, l’esperienza lavorativa e professionale di ognuno di noi.
Io non sono un fondamentalista dell’open source ed in questo blog parlo di software, gratuiti o a basso costo, che possono aiutare professionisti, imprese, istituzioni o anche semplici appassionati, dai principianti ai più esperti.
Lo faccio con un taglio pratico, non ideologico. Voglio solo essere utile, con la necessaria umiltà e trasmettendo anche un po’ di passione.