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GIS

Blog su QGIS: i migliori 3

3 commenti

blog qgis migliori

Perché questi sono i blogger migliori su QGIS

Stabilire quali siano i migliori blog su QGIS dipende ovviamente dalla soggettività di chi scrive.

Dare un giudizio di qualità è sempre rischioso. Si rischiano omissioni, approssimazioni o l’uso di criteri di valutazione discutibili.
Perciò quelle che scrivo sono opinioni personali, sia chiaro. Non si basano tuttavia solo su semplici impressioni.
Cercherò di farmi capire.

QGIS, e più in generale il GIS open source, è un fenomeno che è cresciuto molto ed è una delle esperienze più belle al mondo di free software.
La comunità italiana di QGIS è tra le più attive e il numero degli utenti del software è in costante aumento in vari ambiti e professioni.

Il web svolge un ruolo importante di informazione e di condivisione delle esperienze.
Per questo esistono siti, corsi e tutorial online, mailing list e forum, tra cui anche il nostro.
Nel contesto italiano l’attività di blogging (tranne alcune eccezioni che però denotano una certa stanchezza, come Tanto o il blog di Cesare Gerbino) è piuttosto recente.

I 3 blog che segnalo corrispondono ad un’idea più compiuta di blogging, più attuale, più dinamica.
La differenza viene data dalla veste grafica più appropriata, dalla frequenza di pubblicazione, da una maggiore attenzione ai social, 
da una comunicazione multimediale rivolta ad un pubblico ampio, non di soli specialisti.
Ciò si traduce in un linguaggio più “pop”, più personale ed aperto all’interazione immediata.

L’ordine con cui ve li propongo non corrisponde a una classifica anche perché non ho preferenze.
Ognuno dei 3 blog ha caratteristiche diverse ed in tutti i casi emerge una ottima competenza della materia.
Insomma c’è da imparare da ognuno di loro.

Massimiliano Moraca

blog su qgis massimiliano moracaMassimiliano Moraca è un ingegnere che si definisce anche GIS consultant e ciclista urbano, con una particolare attenzione alla mobilità sostenibile supportata dalle tecnologie GIS.

I suoi post sono sempre supportati da belle immagini e contengono sempre indicazioni tecniche che stimolano nuove possibile esperienze per chi legge.

Ci sono poi alcuni tutorial step by step corredati da video molto chiari.

C’è una frequenza di pubblicazione mediamente settimanale che denota un certo impegno con contenuti originali o che richiamano contributi dati da altri.

Un blog interessante e bello da vedere.
Massimiliano è presente anche su Facebook, Twitter, Google+, Youtube.

Pigrecoinfinito

salvatore fiandaca blog su qgisSalvatore (Totò) Fiandaca è un ingegnere analista GIS e la home del suo blog va diretta ai contenuti senza troppe presentazioni.

I suoi post sono sempre dei tutorial molto ben confezionati con testi molto chiari, immagini esemplificative appropriate e video ben argomentati.

Il blog interagisce spesso con la comunità di QGIS di cui Totò è un sostenitore convinto e dichiarato.

Oltre alla grande competenza si nota una costante curiosità per un mondo in continua evoluzione con un’attenzione particolare alle novità ma sempre in una logica di condivisione.

Non a caso il blog ha per sottotitolo una citazione di Richard Stallman, padre del software libero: “Se la conoscenza deve essere aperta a tutti perché mai limitarne l’accesso?”

Un blog tecnicamente molto valido e stimolante.

Salvatore è presente anche su Twitter, Google+, e soprattutto con un ricco canale Youtube.
Presente e attivo anche sul nostro forum (Atlas).

City Planner

Piergiorgio Roveda blog su qgis

Piergiorgio Roveda (noto anche come City Planner o PJHooker) è un pianificatore territoriale esperto di GIS open source.

Grande produttore di contenuti, soprattutto video, attività in cui si è lanciato subito con molto coraggio.
Ricordo i suoi primi webinar che non avevano un gran seguito, mentre oggi è tra i videomaker più apprezzati di questo settore.

Piergiorgio spazia su tutto l’universo GIS open source, in cui QGIS è il punto di incontro di varie esperienze, dalla geolocalizzazione al web GIS agli open data a OpenStreetMap.
Più di ogni altro dà l’idea delle possibilità infinite di queste tecnologie.

Il sito di City Planner è un luogo aperto sulla Geospatial Revolution.

Presente su Facebook, Twitter, Google+, e ovviamente Youtube.
Presente e attivo anche sul nostro forum (pjhooker).

La mia recensione è necessariamente sintetica, anche perché la cosa migliore è visitare e valutare di persona la qualità dei contenuti pubblicati.
Spero di avervi incuriosito.

Tutorial QGIS 4: i Sistemi di Riferimento più usati in Italia

19 commenti

sistemi riferimento italia

Questo post è il quarto tutorial QGIS della serie.

Dopo aver definito nei precedenti tutorial cosa sono i Sistemi di Riferimento in ambito GIS vediamo quali sono quelli più usati in Italia.

Ancora prima della tecnologia digitale la cartografia prodotta da vari enti si riferiva principalmente a due Sistemi di Riferimento:
il sistema Roma40 Gauss-Boaga
il sistema ED50 UTM

Il sistema Roma40 Gauss-Boaga si basa sul datum Roma1940 con riferimento all’ellissoide Internazionale di Hayford (1924) orientato a Monte Mario.
E’ rappresentato attraverso la proiezione inversa di Mercatore (o conforme di Gauss).

Il territorio italiano risulta suddiviso in due fusi, ad ovest ed est del meridiano di Monte Mario (12°) e con i meridiani centrali situati a 9° e 15°.
I fusi hanno una ampiezza di 6° e 30’ per cui è presente una zona di sovrapposizione.

Le coordinate sono espresse in metri.
Per la latitudine (dimensione Y, northing) il riferimento è l’equatore.
Per la longitudine (dimensione X, easting) il riferimento è il meridiano centrale di ogni fuso ma per evitare di avere coordinate con valori numerici negativi e, si è adottata la soluzione di assegnare una falsa X di 1.500.000 m per il meridiano Ovest e e di 2.520.000 m per il meridiano Est.

coordinate gauss-boaga

Per il nome Gauss è riferito alla proiezione e Boaga è il cognome del geodeta dell’IGM che formalizzò il sistema.
Utilizzato nella produzione cartografica IGM fino alla fine degli anni ’80, è ancora in uso in molta Cartografia Tecnica Regionale.

Il sistema ED50 UTM si basa su European Datum 1950 con riferimento all’ellissoide Internazionale di Hayford (1924) orientato a Potsdam in Germania.
Il sistema di proiezione utilizzato è l’UTM (Universal Transverse Mercator) che si basa, come il Gauss-Boaga, sulla proiezione inversa di Mercatore.
Nell’UTM la superficie terrestre viene suddivisa in 60 fusi di 6° di ampiezza longitudinale.

Ciascun fuso viene proiettato indipendentemente e ha un meridiano centrale.
Ogni fuso è suddiviso a sua volta in 20 fasce di 8° di latitudine.
Le intersezioni tra fusi e fasce individuano le zone.

Il territorio italiano è all’interno dei fusi 32 e 33 e per una piccola parte nel fuso 34 (area più orientale della Puglia).

UTM

Nel sistema UTM, che a differenza del Gauss-Boaga è concepito per un uso internazionale, al meridiano centrale di ogni fuso viene assegnata una falsa coordinata easting con valore 500.000, mentre la coordinata northing è definita dalla distanza rispetto all’equatore.

coordinate UTM

Perciò è sempre necessario comunicare oltre alle coordinate il numero del fuso a cui si fa riferimento, senza il quale risulta impossibile la localizzazione.
Questo sistema è stato introdotto al fine di uniformare la cartografia europea ed è utilizzato sia nella più recente produzione cartografica dell’IGM, sia per la cartografia regionale.

Con l’introduzione del sistema di rilevamento GPS si è reso necessario l’utilizzo di un datum non più locale ma globale ed è stato definito il datum WGS84 (World Geodetic System 1984).

Il sistema WGS84 UTM si basa su questo datum a configurazione geocentrica associando a questo il sistema di proiezione UTM.
Si ha quindi la stessa suddivisione in fusi con l’adozione delle medesime convenzioni riguardo all’assegnazione delle coordinate.

Questo sistema è stato progressivamente inserito anche nella più recente produzione cartografica di alcune Regioni ed anche l’IGM lo ha implementato attraverso la configurazione europea ETRS89 che è praticamente analoga al WGS84.

Il sistema WGS84 UTM non va confuso con quello WGS84 geografico, che non è un sistema proiettato ma che si basa su valori di latitudine e di longitudine in gradi angolari.

Più recentemente, con il Decreto 10 novembre 2011 Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale, è stato introdotto il nuovo sistema ETRF 2000.
L’introduzione di questo nuovo sistema di riferimento, motivato dall’aggiornamento degli scostamenti dovuti allo spostamento delle placche tettoniche, non comporta grandi differenze con altri sistemi alle scale di lavoro tipiche dei GIS.

I massimi scostamenti rilevati tra ETRF 2000, ETRS89 e WGS84 risultano infatti non superiori a 40 centimetri.
ETRF 2000 è già presente nel registro EPSG come RDN2008 (RDN sta per Rete Dinamica Nazionale).

Nella tabella sotto vengono riportati tutti i codici EPSG dei sistemi fino a qui citati.

codici EPSG in Italia

La riproiezione da un sistema di riferimento a un altro viene definita conversione quando avviene nell’ambito dello stesso datum, oppure trasformazione quando avviene tra datum diversi.
La conversione avviene automaticamente senza errori mentre la trasformazione è in genere un’operazione più approssimativa.

QGIS effettua la cosiddetta “riproiezione al volo”, cioè riproietta automaticamente (a condizione che questo sia correttamente georeferenziato) uno shapefile (o altre entità) al sistema di riferimento del progetto, ma è un’operazione di semplice visualizzazione, che non converte o trasforma l’oggetto che viene inserito in mappa.

Per convertire o trasformare un’entità da un sistema di riferimento a un altro esistono appositi software (ad esempio CartLab, Verto, Traspunto) oppure è una funzionalità che molte piattaforme GIS hanno (compreso QGIS) ma non sempre si ottengono buoni risultati.

Per ottenere una maggiore precisione è necessario l’uso dei grigliati prodotti dall’IGM, disponibili in vari formati, ma che non sono gratuiti.

Il Geoportale Nazionale, in recepimento della Direttiva INSPIRE, mette a disposizione un servizio gratuito di trasformazione delle coordinate (CTS, Coordinate Trasformation Service) che permette di trasformare entità vettoriali e raster tra diversi sistemi di riferimento.

geoportale nazionale
Questo servizio utilizza i grigliati IGM ed attualmente è lo strumento che mi sento di consigliare.

Altre letture consigliate:

AA.VV., GIS Open Source, Grass Gis, Quantum Gis e SpatiaLite. Elementi di software libero applicato al territorio

V. Noti, GIS open source per geologia e ambiente. Analisi e gestione dei dati territoriali e ambientali con QGIS

Tutorial QGIS 3: la rappresentazione della Terra ed i Sistemi di Riferimento

5 commenti

proiezioni geografiche

Questo post è il terzo tutorial QGIS della serie.

proiezione cartograficaPrima di iniziare a lavorare con QGIS c’è una questione fondamentale e di una certa complessità che riguarda il GIS in generale ed ancora prima la cartografia: la corretta rappresentazione della Terra, o meglio della sua superficie su un piano.
La carta è sempre una rappresentazione imperfetta della superficie terrestre perché i due piani non coincidono.

La Terra ha una forma approssimativamente sferica con una superficie curva in tutte le direzioni.
Riportare una tale superficie su un piano non è possibile senza deformarla e ciò vale sia che lo si faccia in forma analogica su carta, sia che si faccia in forma digitale sullo schermo di un computer.

Il nostro pianeta poi ha una forma irregolare, non è una sfera ma neanche uno sferoide perfetto perché ha una superficie con rilievi e avvallamenti.
La sua forma reale perciò non è rappresentabile matematicamente come avviene per le figure geometriche.
Per questo motivo si sono definite delle superfici teoriche di riferimento che meglio approssimano la sua forma.

La prima di queste è il geoide che semplificando può essere definita la superficie che coincide con il livello del mare riportata anche nella parte delle terre emerse.
E’ la superficie di riferimento attraverso cui si definisce l’altitudine.
Tuttavia anche il geoide non è una forma matematicamente definita perché le variazioni di gravità e di densità delle varie zone della terra determinano uno sferoide non regolare.

Per supplire a questo difetto è necessario introdurre una seconda superficie di riferimento che corrisponda a un solido geometricamente ben definito: un ellissoide di rotazione, cioè uno sferoide schiacciato ai poli, con una superficie approssimata al geoide con uno scostamento massimo di circa 100 metri e che finalmente permette una formulazione e la proiezione matematica su un piano.

Nella fig. 1 e 2 amplificando le differenze vengono rappresentate le tre superfici.

geoide e ellissoide
fig. 1 – superficie terrestre e superfici di riferimento (modello)

 

geoide e ellissoide
fig. 2 – rappresentazione geoide e ellissoide (modello)

Nel corso del tempo sono stati definiti più ellissoidi e la loro scelta dipende dal miglior grado di approssimazione rispetto alla superficie che si vuole rappresentare.
Per fare questo spesso si sposta l’ellissoide in modo tale da minimizzare le differenze con il geoide in una determinata zona geografica.
La scelta dell’ellissoide di riferimento e il suo orientamento preferenziale rispetto al geoide costituisce quello che viene definito il datum. 

Nel caso in cui l’ellissoide sia stato translato rispetto al centro di massa della Terra ed orientato a favore di una determinata regione si parla di datum locali (ad esempio i datum ED 1950 o Roma 1940); se il suo centro invece corrisponde a quello della Terra è denominato datum geocentrico o globale (ad esempio WGS 84, che è il datum su cui poggia il rilevamento GPS).

datum globale e datum locale
fig. 3 – Datum globale e datum locale (modello)

Nella fig. 3, sempre amplificando le differenze vengono rappresentati i due tipi di datum.

Una volta definita la superficie del solido di riferimento e la sua posizione rispetto alla Terra la rappresentazione cartografica su un piano si ottiene per proiezione.
Si tratta di un procedimento che ha una formulazione matematica attraverso algoritmi  ma che può essere anche “visto” geometricamente.

Si tratta di proiettare l’ellissoide su un piano tangente alla zona che si vuole meglio rappresentare, o ancora meglio, al fine di ridurre le deformazioni, proiettarlo su superfici curve srotolabili come quelle di un cilindro o di un cono.

proiezioni cartografiche
fig. 4 – proiezione conica, cilindrica e su piano tangente.

Nella fig.4 vengono riportate tre diverse tipologie di proiezione. 

In ogni caso la distorsione del risultato cartografico è inevitabile perché trasferire su un piano una superficie sferoidale porta sempre a deformazioni che sono maggiori quanto più grande è l’area da rappresentare.
Per limitare il fenomeno spesso si introducono delle convenzioni come quella più adottata di proiettare l’ellissoide facendolo a spicchi, ottenendo in proiezione dei fusi. 

La proiezione convenzionale più diffusa è la conforme di Gauss (o cilindrica trasversa di Mercatore) ed è quella su cui si basa molta cartografia prodotta in Italia nei sistemi UTM o Gauss Boaga.

Nella fig. 5 si può vedere la proiezione conforme di Gauss e nella fig. 6 e 7 la sua suddivisione in fusi secondo il sistema UTM.

proiezione conforme di Gauss
fig. 5 – proiezione conforme di Gauss

 

proiezione dei fusi nel sistema UTM
fig. 6 – proiezione dei fusi nel sistema UTM
fusi e fascie nel sistema UTM
fig. 7 – fusi e fascie nel sistema UTM

Proiettando per fusi (nel sistema UTM ognuno di questi rappresenta 6° di longitudine) si può notare che la deformazione aumenta allontanandosi dal meridiano centrale.
Per questo il cilindro viene ruotato in modo da riproiettare l’ellissoide a partire dal meridiano centrale della zona che si vuole cartografare. 

Una volta rappresentata la carta si tratta poi di assegnare un sistema di coordinate che definisca il posizionamento geografico degli oggetti.
In ambito GIS questi sistemi di riferimento vengono denominati CRS (Coordinate Reference System) oppure SRS (Spatial Reference System) o più semplicemente SR, che sono classificabili in due categorie fondamentali:

  1. SR geografici (o non proiettati), nei quali ogni punto della superficie terrestre viene localizzato sulla base dei valori angolari di latitudine e di longitudine;
  2. SR proiettati, nei quali la posizione di ogni punto della superficie terrestre è il risultato di una proiezione che ha per risultato un sistema cartesiano bidimensionale in cui ogni punto ha una coppia di coordinate X,Y 

Un Sistema di Riferimento è comunque il risultato di tutti i fattori che sono stati descritti ed è per questo motivo che ne esistono moltissimi, soprattutto in funzione delle esigenze locali ma anche della diversità di datum, proiezioni, convenzioni, sistemi di coordinate, evoluzioni temporali, ecc. 

Un utente GIS alle prime armi rimane disorientato ed ha difficolltà anche a distinguere l’uno dall’altro sulla base dei nomi.
Per fortuna ci viene in soccorso il registro EPSG (European Petroleum Survey Group), gestito da un’organizzazione internazionale, che assegna ad ogni sistema archiviato un codice numerico univoco.
Nel database dei Sistemi di Riferimento di QGIS è consigliabile fare riferimento a tale registro per non fare confusione. 

C’è poi da considerare che operando nel nostro contesto geografico ci sono solo alcuni Sistemi di Riferimento che in qualche modo, sulla base della cartografia analogica e digitale finora prodotta, costituiscono uno standard.

Dei sistemi cartografici (e dei relativi codici EPSG) adottati in Italia parleremo nel prossimo tutorial QGIS, scendendo più nello specifico ed affrontando anche il problema della loro conversione e trasformazione.

Altre letture consigliate:

AA.VV., GIS Open Source, Grass Gis, Quantum Gis e SpatiaLite. Elementi di software libero applicato al territorio

V. Noti, GIS open source per geologia e ambiente. Analisi e gestione dei dati territoriali e ambientali con QGIS

Tutorial QGIS 2: i formati dell’informazione geografica

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formati qgis

Questo post è il secondo tutorial QGIS della serie.

Nel precedente tutorial abbiamo visto come le piattaforme GIS nascono dall’integrazione di diversi tipi di software per cui gestiscono informazione geografica di diversi formati.

Queste informazioni geografiche sono gestite dal GIS in modo sistematico e possono essere di due tipi:
1) informazioni spaziali;
2) informazioni non spaziali.

Le informazioni spaziali a loro volta possono essere suddivise in base a due modelli:
1.1) modello vettoriale (punti, linee, poligoni);
1.2) modello raster (griglia di celle).

Qualsiasi utente di computer grafica conosce già la distinzione tra formato vettoriale e formato immagine (raster) e tra software che gestiscono il vettoriale (Adobe Illustrator, Inkscape, tutti i CAD) e software che gestiscono immagini raster (Adobe Photoshop, Gimp, ecc.).

I file che contengono informazioni spaziali hanno assunto diversi formati e l’evoluzione del GIS, come per tutti i software, è stata condizionata da alcuni formati proprietari adottati dai produttori di software che hanno avuto maggiore successo.

I formati vettoriali proposti da ESRI (shapefile, coverage, personal geodatabase) sono quelli che più di tutti hanno caratterizzato il software GIS.
Lo shapefile in particolare è ancora fondamentale, anche per la notevole quantità di dati geografici che hanno assunto questo formato. Soffermiamoci su esso.
Che cos’è uno shapefile?
Un formato di archiviazione di dati vettoriali capace di registrare localizzazione, forma ed attributi di entità spaziali.

tutorial qgis
Uno shapefile è composto da più file relazionati e contiene una sola classe di oggetti, cioè punti, linee o poligoni.
Tutti i file che compongono lo shapefile devono avere lo stesso nome e ciò che li differenzia è l’estensione (i caratteri dopo il punto). I file devono essere almeno tre:

nomefile.shp: è il file che contiene le informazioni geometriche;
nomefile.dbf: è il file che contiene l’informazione tabellare (dati attributo);
nomefile.shx: è il file indice, che permette di raccordare geometria e informazione tabellare.

Il set può inoltre contenere altri file:
nomefile.prj: registra il Sistema di Riferimento geografico;
nomefile.sbn (o anche fbn, fbx): registrano indici spaziali;
nomefile.ain (o aih): registrano indici di attributo;
nomefile.xml: registra i metadati.

tutorial qgis shapefile
Quando si lavora con gli shapefile se si vuole spostare/copiare un dataset da una cartella a un’altra occorre ricordarsi di selezionare tutti i file, così come per rinominarli o qualsiasi altra operazione.
Con la versione 2.0 (e successive) di QGIS è stato introdotto QGIS Browser (simile ad ArcExplorer di ArcGis) per facilitare la gestione dei file.

Sugli altri formati vettoriali ESRI torneremo in seguito ed una elencazione dettagliata di altri formati vettoriali (TAB MapInfo, formati CAD, ecc.) non è il caso di farla, almeno per ora.
Più recentemente attraverso l’uso del linguaggio XML, già usato per l’informazione sui metadati (dati sui dati), sono nati altri formati come GML e KML (formato Google) che hanno inserito nuove possibilità di implementazione.

Una cosa importante da dire è che QGIS supporta tutti i formati della libreria GDAL/OGR che coprono un ampio spettro di formati raster e vettoriali.

Tra i formati immagine (raster) i più usati sono TIF e JPG, che possono essere da soli o come parte di un dataset.
Un dataset TIF ad esempio può essere composto dai seguenti file:
nomefile.tif: file immagine
nomefile.tfw: file di georeferenziazione
nomefile.aux (o .rrd): informazioni che velocizzano la rappresentazione (pyramids)
nomefile.xml: metadati

tutorial qgis dataset tif

Ci sono poi altri formati raster come Geotiff, JPG2000 e ECW che incorporano all’interno di un unico file anche le informazioni necessarie per la georeferenziazione.

Altri formati raster degni di nota sono i GRID che nel caso degli ASCII GRID incorporano in un unico file .grd informazioni grafiche e di georeferenziazione.

Gli ESRI GRID invece sono dei dataset piuttosto complessi organizzati in due directory:
– una directory con lo stesso nome della GRID contenente un numero variabile di file con estensione .adf (Arc Data File);
– la directory INFO, che è condivisa con le altre GRID o coverage che sono collocate allo stesso livello della struttura delle directory.

tutorial qgis esri grid

Le informazioni non spaziali invece sono quelle che registrano semplici attributi, senza geometria né in termini di forma né di localizzazione. Sono file riconducibili ai formati tipici di database, fogli di calcolo e testi.
Ad esempio i dati rilevati e pubblicati dall’ISTAT, che possono essere messi in relazione agli ambiti geografici a cui si riferiscono solo attraverso un’unione ad altri file contenenti informazioni spaziali.

Una questione di grande importanza e attualità su cui c’è un fervente dibattito è quella della disponibilità delle informazioni geografiche all’interno della più ampia problematica degli open data unitamente ai problemi di standardizzazione e di interoperabilità su cui ci sono direttive di organismi internazionali ancora non pienamente applicate.
Sono temi interessanti ma di una certa complessità su cui torneremo in seguito con altri tutorial.

Altre letture consigliate:

AA.VV., GIS Open Source, Grass Gis, Quantum Gis e SpatiaLite. Elementi di software libero applicato al territorio

V. Noti, GIS open source per geologia e ambiente. Analisi e gestione dei dati territoriali e ambientali con QGIS

Geoportale in Comune, i dati territoriali che mancano

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geoportale comune

Recentemente il Geoportale Nazionale con il progetto Geoportale in Comune ha rivolto attenzione anche ai Comuni.
La logica è quella di una maggiore integrazione e di una più efficace interoperabilità tra tutti gli enti in possesso di dati territoriali.

Cos’è il Geoportale Nazionale?

Chiunque faccia uso di tecnologie GIS ha bisogno di reperire i dati geografici che gli servono e questi devono essere affidabili.

logo INSPIREIl Geoportale Nazionale sui dati italiani in questo senso costituisce il riferimento principale.

Esso è nato su iniziativa del Ministero dell’Ambiente in attuazione della Direttiva europea INSPIRE, entrata in vigore nel 2007 e che avrà piena applicazione nel 2021.

La Direttiva INSPIRE si ispira a 5 principi:

1. Gestione più efficiente – i dati vanno raccolti una sola volta e gestiti laddove ciò può essere fatto in maniera più efficiente;

2. Interoperabilità – deve essere possibile combinare i dati provenienti da differenti fonti e condividerli tra più utenti ed applicazioni;

3. Condivisione – deve essere possibile la condivisione di informazioni raccolte dai diversi livelli di governo;

4. Abbondanza e fruibilità – l’informazione geografica necessaria per il buon governo deve esistere ed essere realmente accessibile a condizioni che non ne limitino il possibile uso;

5. Reperibilità ed accesso – deve essere facile individuare quale informazione geografica è disponibile, valutarne l’utilità per i propri scopi e le condizioni secondo cui è possibile ottenerla ed usarla.

Servizi di rete

Attraverso i servizi di rete WMS per la consultazione e WFS (dati vettoriali) e WCS (dati raster) per lo scaricamento è possibile ottenere geodati di un ampio catalogo tra cui ortofoto, la cartografia IGM, quella delle Regioni, e i dati territoriali tematici prodotti da altri enti.

geodati raster e vettoriali

Il catalogo dei metadati è consultabile anche restringendo il campo a una precisa zona geografica.
Se si fa la ricerca su un singolo Comune, per esempio, si ottiene l’elenco di tutti geodati disponibili e ce ne sono a centinaia.

Questo consente di realizzare analisi territoriali anche complesse di qualsiasi zona italiana,  utilizzando strati geografici tematici sovrapponibili ai temi cartografici di base.

geoportale area Roma

Esperienze sui dati comunali

Dal momento che anche i Comuni ed altri enti producono dati e carte territoriali nella loro attività amministrativa e di pianificazione, il passo successivo è ampliare la base dei dati a ciò che proviene da questi enti, ma non è un’operazione facile.

Per questo nel 2016 è partito un progetto pilota su un’area che presenta una certa complessità come quella dell’Area Metropolitana di Roma.
Si tratta di un’area con più di 4 milioni di abitanti, che coinvolge 121 Comuni di dimensioni e caratteristiche diverse (si va dalla montagna, alla collina, al mare), 2 Autorità di Bacino e 86 tra parchi ed aree protette.

La scelta di operare su scala “pilota” è nata dalla volontà di fornire, nel breve periodo, una dimostrazione applicativa di un processo di interoperabilità e interscambio dati tra amministrazione locale e amministrazione centrale.

area metro venezia
Area metropolitana di Venezia

Nel 2017, in continuità con il lavoro avviato il progetto “Geoportale in Comune” è stato riproposto sulla Città Metropolitana di Venezia (44 Comuni).

Al momento non è noto come si procederà per il coinvolgimento degli oltre 8.000 Comuni presenti sul territorio nazionale.

Certamente è questo l’obiettivo finale, un obiettivo ambizioso.

Tutorial QGIS 1: l’evoluzione dell’informazione geografica e il GIS open source

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logo qgis

tutorial qgisCon questo primo tutorial si avvia un percorso formativo su QGIS e il GIS open source rivolto ai principianti assoluti. Non ci sarà una frequenza prestabilita e non so ancora dove si arriverà. L’importante è cominciare perché chi inizia è a metà dell’opera.

 

La Geografia è antica quanto l’uomo e secondo la sua etimologia si occupa di descrivere la Terra e lo fa attraverso vari linguaggi.

Fin dalle epoche più remote l’uomo ha cercato di rappresentare visivamente il territorio creando le prime mappe in rapporto alle sue necessità di cacciatore, agricoltore, costruttore, guerriero, viaggiatore ed ancora oggi è qui il senso e l’utilità di una disciplina che fa riferimento a una quantità enorme di informazioni.
La maggior parte dei dati direttamente o indirettamente sono riferibili ad un costesto spaziale, geografico, ad una posizione sulla superficie terrestre.

Per millenni l’uomo ha disegnato carte geografiche, prima in modo approssimativo, poi con il progredire delle conoscenze sulla Geometria (anche qui l’etimologia è significativa) ha rappresentato il suo mondo, mano a mano che lo scopriva, in modo sempre più preciso.

La conoscenza geografica ha sempre avvantaggiato chi la possedeva, per le attività commerciali, militari, amministrative ed è stato uno strumento di potere, a volte anche tenuto segreto.
In Italia l’Istituto Geografico Militare (IGM) è stato a lungo il principale detentore istituzionale dell’informazione geografica nazionale (c’è da riconoscere che l’ha fatto piuttosto bene) e sulle carte in corrispondenza delle basi militari c’erano delle omissioni, dei vuoti di informazione.

Prima dell’impiego delle foto aeree (possibilità relativamente recente) il rilievo geografico è stato eseguito con gli strumenti della geometria e della topografia.

Negli ultimi decenni c’è stata una rivoluzione tecnologica che ha messo in campo nuovi strumenti che cambiano profondamente il lavoro di chi ha a che fare con il territorio, con delle possibilità fino a poco tempo fa impensabili.

Le tecnologie che hanno rivoluzionato l’acquisizione e la gestione delle informazioni geografiche sono sostanzialmente tre:

  1. il GPS (Global Positioning Systems): un sistema di comunicazioni tra stazioni a terra e una rete di satelliti che consente la localizzazione di un punto sulla superficie terrestre con un livello di precisione crescente in funzione della strumentazione in uso.
    Le applicazioni sono innumerevoli e la tecnologia ormai è di uso comune. Le stazioni GPS più sofisticate consentono ormai una precisione topografica superiore a quella degli strumenti ottico-elettronici, unita ad una migliore facilità d’uso;
  2. il Telerilevamento (o Remote Sensing): un insieme di tecniche per acquisire immagini o altri tipi di dati attraverso rilevazioni fatte a distanza da aerei e satelliti, con lo sviluppo di elaborazione ed analisi dei dati. Chi studia la natura nelle sue varie forme oggi ha una massa di informazioni (in archivio e in tempo reale) ed una quantità di dati interpretabili anche in modo dinamico;
  3. il GIS (Geographic Information Systems): una tecnologia informatica che consente di gestire i dati rilevati dalle altre due e molte altre informazioni in modo sistematico, consentendo visualizzazioni, elaborazioni ed analisi che aggiungono ulteriore conoscenza e che facilitano le decisioni in termini progettuali e gestionali.

Da ora in poi parleremo di questa ultima tecnologia di informazione spaziale, il GIS, perché è quella che dà maggiori possibilità in termini applicativi, risultando utilissima, in qualche caso indispensabile, a molte categorie professionali, a tutti coloro cioè che hanno a che fare con il territorio, per conoscerlo, conservarlo, amministrarlo, pianificarlo, gestirlo, progettarlo.

Tra chi legge queste righe sono pochi quelli che possono chiamarsi fuori ed indipendentemente dal lavoro svolto l’argomento è comunque di grande fascino.
Se poi aggiungiamo il fatto che esistono in campo GIS ottimi software liberi, open source e gratuiti, come QGIS e tutto ciò che ci gira intorno, sarebbe sciocco per qualsiasi operatore non cogliere questa opportunità.

Prima di parlare di QGIS però cerchiamo di capire meglio cos’è il GIS e come è nato.

I primi software GIS nascono nella seconda metà degli anni 80 dall’integrazione di altri programmi informatici appartenenti a quattro categorie:

  1. Sistemi di gestione di banche dati (DBMS: Database Management Systems). Generalmente un database non contiene informazione spaziale esplicita (in termini di localizzazione con posizionamento e descrizione di caratteristiche geometriche) ma si limita a gestire dati alfanumerici. Esempi: MS Access, Oracle, MySQL, …
  2. Sistemi di trattamento di informazioni grafiche vettoriali (CAD: Computer Aided Design). I CAD non usano sistemi di riferimento geografici ma un sistema di riferimento locale e hanno una limitata capacità di gestione di dati non grafici. L’esempio più famoso è AutoCAD.
  3. Sistemi di elaborazione di mappe raster (image processing). Possono essere distinti in due gruppi: quelli che sono semplici strumenti di manipolazione di immagini come Photoshop, Gimp, Photopaint, … e quelli che lo fanno assegnando alle immagini un sistema di riferimento geografico, elaborando così delle vere e proprie mappe raster, come Erdas Imagine, Envi, ErMapper, …
  4. Sistemi di analisi statistica di dati alfanumerici (statistical software). Contengono la stessa tipologia di dati dei DBMS ma sono più orientati al calcolo e all’analisi previsionale. Esempi: SPSS, StatSoft, MATLAB, …

La potenza del GIS sta proprio nel mettere insieme le caratteristiche di questi programmi e nel gestire in modo sempre più integrato varie tipologie di dati, come nessun altro software riesce a fare.
L’evoluzione di questo tipo di software è avvenuta così per integrazione di moduli successivi e di estensioni.
La piattaforma GIS commerciale più nota è ArcGIS (ex ArcView) della ESRI, ancora software house leader in questo settore, ma è anche molto diffuso AutoCAD Map di Autodesk ed altri che non sto ad elencare.

Il software libero ed open source in ambito GIS negli ultimi anni ha avuto un’evoluzione incredibile e sono cresciuti una serie di programmi specifici e l’interoperabilità tra di loro.
QGIS è un software straordinario perché oltre alle qualità dovute al proprio sviluppo ha saputo mettersi al centro di questo articolato ecosistema, diventandone l’interfaccia naturale.

QGIS è nato nel 2002 come semplice visualizzatore ed in poco più di un decennio è diventato la piattaforma di base del GIS open source, con funzionalità che non hanno più quasi niente da invidiare ad ArcGIS.
Ciò è avvenuto grazie al lavoro di una community internazionale di sviluppatori, sostenitori e utenti in cui la comunità italiana ha avuto un ruolo non marginale.
Con il rilascio di QGIS 2.0 (a cui sono seguiti in breve tempo 2.2, 2.4, 2.6) il progetto ha raggiunto la sua piena maturità. Non rimane che provarlo.

Con la dovuta umiltà il mio scopo sarà quello di facilitare questo percorso. Seguitemi anche nei prossimi tutorial.

Altre letture consigliate:

AA.VV., GIS Open Source, Grass Gis, Quantum Gis e SpatiaLite. Elementi di software libero applicato al territorio

V. Noti, GIS open source per geologia e ambiente. Analisi e gestione dei dati territoriali e ambientali con QGIS

 

QGIS 2.0 rende il GIS open source sempre più usabile

2 commenti

Con l‘uscita di QGIS 2.0 (che non si chiamerà più Quantum GIS) l’evoluzione del software free in ambito GIS è ad una svolta importante.

Il più usato desktop GIS open source viene completamente ridisegnato. Non a caso si tratta di una major release (da 1 a 2, quando cambia il primo numero è qualcosa di più di un aggiornamento).

Quando si fanno questi passaggi c’è sempre qualche criticità, soprattutto su programmi così “ricchi” di funzionalità e così aperti.

Il porting di tutti i plugins richiederà ancora un po’ di tempo ma in considerazione della complessità dell’operazione la partenza sembra ottima.

L’interfaccia presenta un disegn più bello e funzionale con un set di comandi più ampio dovuto all’incorporamento nel core del software di alcuni plugins.

La nuova sezione Processing che compare sul menu principale di QGIS 2.0.1-Dufour è a mio avviso la novità più rilevante a testimonianza della maturità di un progetto tra i più interessanti e più vivaci nel panorama del free software.

Inoltre non bisogna mai dimenticare che QGIS appartiene al mondo più ampio del GFOSS dal quale riceve molto in termini di sviluppo (si pensi a GRASS, PostGIS, Spatialite e l’elenco potrebbe continuare a lungo) e a cui appoggia buona parte delle sue funzionalità.

Parlare di un solo software è sempre limitativo ma è comunque vero che QGIS rende questo mondo più accessibile e più usabile dal grande pubblico. L’esperienza del GIS libero è sempre più facile e non c’è più motivo per non provarla.

Paolo Cavallini di Faunalia, membro attivo della comunità di sviluppo, nell’ambito del GFOSS Day 2013 tenuto a Bologna ha fatto una presentazione delle principali novità di QGIS 2.0 e della successiva evoluzione del software nel breve periodo.

Riportiamo il video (trovate il tempo per vederlo) che è parte dello streaming dell’evento GFOSS Day, la cui versione integrale è linkabile anche dal nostro forum.

Un’ultima considerazione: nell’ultima slide della presentazione c’è scritto “in QGIS ogni utente conta”.

Vi invito a riflettere su questa affermazione e sul fatto che a volte (in questo caso sicuramente) la collaborazione può essere più forte della competizione.

Il free software non è solo conveniente ed efficiente ma ha dentro di sé anche una grande lezione etica.

Siete d’accordo?

Conoscete SiteTopo?

2 commenti

site topo

site topo

A volte ci sono dei piccoli programmi che sono veramente spettacolari.
SiteTopo è uno di questi.
Avendo i punti di rilievo di un terreno (sia in formato testo che DXF) genera con una velocità impressionante modelli tridimensionali, curve di livello, profili e molto altro spingendosi fino a una simulazione del comportamento idrologico dell’area.

Se andate sul sito, oltre che scaricare il software Sitetopo, potete anche vedere un breve video che illustra ciò che può fare. Poi se avete un piano quotato provatelo subito e sarà una sorpresa. Potete poi esportare i risultati in formato DXF per riutilizzarli con qualsiasi CAD o GIS.

La versione demo di Sitetopo(che funziona senza limitazioni) dura 30 giorni. Poi se volete continuare a usarlo costa 163 euro. Solo in lingua inglese.

Come fare la georeferenziazione una mappa catastale

1 commento

catastale

catastale

Su YouTube è possibile vedere di seguito 13 video tutorial sulla georeferenziazione di una mappa catastale fatta con software proprietario (geomap).

Le stesse operazioni sono possibili usando QGIS che è un software libero seguendo le procedure già descritte.

Volete provare?

I quadri d’unione della cartografia IGM

10 commenti

quadri unione igm

In riferimento al precedente articolo l’amico Antonio Vinci, oltre a farmi giustamente notare che ho dimenticato di assegnare al file il Sistema di Riferimento (il suo intervento lo potete leggere tra i commenti al post), mi ha indicato una risorsa molto utile per la cartografia IGM che voglio segnalarvi.

Alla pagina di download del sito  dell’Istituto Geografico Militare sono scaricabili tutti i quadri d’unione della cartografia IGM particolarmente utili a tutti coloro che non sono in possesso dei quadri d’unione regionali.

Se scaricate il file serie_50_ed50_fuso33.zip e lo decomprimete avete uno shapefile che potete usare per fare l’esercitazione proposta dal video tutorial.

Per selezionare il foglio basta fare la query dando come valori “sheet=355”.

All’indirizzo indicato ci sono shapefile anche con altri sistemi di riferimento geografici per cui diventa possibile georeferenziare il PTPR del Lazio oltre che in UTM ED 50 anche in Gauss Boaga Roma 40 e in WGS84.

La comunità di openoikos sentitamente ringrazia.

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